Giardini Mon Plaisir – B&B di charme a Trapani

Sulle Tracce Di Ulisse

Una Passeggiata Speciale a Trapani
Sulle Tracce di Ulisse e dei luoghi dell’Odissea

Esiste una teoria secondo la quale l’ODISSEA fu scritta da una donna e fu ambientata a Trapani.

Nel 1897, l’autore inglese Samuel Butler sconvolse l’ambiente accademico inglese con un saggio in cui cercava di dimostrare che l’Odissea fosse stata scritta appunto a Trapani da una donna.

 

La teoria dell’origine siciliana dell’Odissea per il versante ‘topografico’ si innesta nella lunga tradizione dell’identificazione della geografia omerica, uno ‘sport’ culturale che veniva praticato già nell’antica Grecia.

Butler aveva sperimentato che uno scrittore, nel disegnare uno scenario, si ispira quasi sempre alla realtà dei luoghi a lui circostanti, che poi vengono trasfigurati.

 

I riscontri cercati cocciutamente sul terreno – per quanto non tutti avessero la gentilezza di farsi trovare puntualmente – si stemperarono un po’ nell’affermazione che il viaggio di Ulisse fosse stato nei fatti solo un periplo della Sicilia, con partenza ed arrivo a Trapani; ma insomma la sostanza era che l’antico poema in fondo era un romanzo ante litteram, non la cronaca puntuale di epiche gesta.

Se tali identificazioni ci sembrano alquanto aerovaganti, va ricordato che per Butler quelli erano i luoghi che servirono come modello per le descrizioni, il che è molto diverso dal dire che quelli fossero i luoghi reali dove si sarebbero svolte le avventure di Ulisse. Ma in fondo quello che conta è che sappiano ancora suggestionarci. (Prof. Renato Lo Schiavo)

Le identificazioni più o meno ‘sicure’ da Butler operate sono queste:

La Nave Feacia pietrificata e lo Scoglio del Malconsiglio:

Gli rispose di rimando Zeus adunatore di nubi:

“Mio caro, questa mi sembra la cosa migliore:

quando tutto il popolo dalla città scorgerà da lontano

la nave in arrivo, tu pietrificala quando sarà vicina alla terra:

che rimanga simile a una nave veloce, perché tutti

se ne stupiscano; poi seppellisci la città sotto un gran monte”.

Appena sentì questo Poseidone che scuote la terra

si mosse verso Scheria, dove hanno sede i Feaci,

e lì si fermò. Quando la nave di lungo corso, spinta

velocemente, giunse vicino, lo Scuotiterra si accostò

e la trasformò in pietra; la radicò sul fondo nel mare,

colpendola con il palmo della mano: poi andò via. (Libro XIII)

La Nave Feacia pietrificata e lo Scoglio del Malconsiglio:

Gli rispose di rimando Zeus adunatore di nubi:

“Mio caro, questa mi sembra la cosa migliore:

quando tutto il popolo dalla città scorgerà da lontano

la nave in arrivo, tu pietrificala quando sarà vicina alla terra:

che rimanga simile a una nave veloce, perché tutti

se ne stupiscano; poi seppellisci la città sotto un gran monte”.

Appena sentì questo Poseidone che scuote la terra

si mosse verso Scheria, dove hanno sede i Feaci,

e lì si fermò. Quando la nave di lungo corso, spinta

velocemente, giunse vicino, lo Scuotiterra si accostò

e la trasformò in pietra; la radicò sul fondo nel mare,

colpendola con il palmo della mano: poi andò via. (Libro XIII)

La Grotta di Polifemo e la Grotta di Contrada Emiliana (Bonagia)

Quando raggiungemmo la terra vicina,

all’estremità di essa, accanto al mare, vedemmo

una grande grotta coperta di alloro. Lì passavano la notte

intere greggi di pecore e di capre; intorno c’era un recinto

alto, costruito con pietre interrate,

con tronchi di pini e di querce altissime.

Lì dormiva un uomo gigantesco, che badava da solo

alle sue greggi, in disparte: non si mischiava con gli altri;

viveva isolato, fuori da ogni legge. (Libro IX)

L’isola delle Capre e l'Isola di Favignana (Aegades significa proprio ‘Isole Caprine’)

Vicino al porto, si estende un’isola piatta e rocciosa

(non è lontana, né vicina rispetto alla terra dei Ciclopi):

è coperta di boschi, ci vivono moltissime capre

selvatiche: i passi degli uomini non li disperdono,

non le inseguono i cacciatori che percorrono

le cime dei monti e affrontano pericoli nella foresta.

L’isola non ha mandrie né campi coltivati,

perché tutto nasce senza aratura e senza semina;

non ha abitanti, nutre solo capre belanti.

la terra non è cattiva e potrebbe produrre:

presso la riva del mare bianco di spuma ci sono prati

ricchi di acqua, dove potrebbero crescere molte vigne;

l’aratura sarebbe facile, ad ogni stagione potrebbero avere

un ricco raccolto: la terra è infatti assai fertile.

C’è un porto di facile ormeggio: non c’è bisogno di funi,

né di gettare l’ancora, né di agganciare la poppa della nave;

dopo l’approdo, si può aspettare tutto il tempo

di cui hanno bisogno i marinai aspettando il vento favorevole. (Libro IX)

L’isola delle Capre e l'Isola di Favignana (Aegades significa proprio ‘Isole Caprine’)

Vicino al porto, si estende un’isola piatta e rocciosa

(non è lontana, né vicina rispetto alla terra dei Ciclopi):

è coperta di boschi, ci vivono moltissime capre

selvatiche: i passi degli uomini non li disperdono,

non le inseguono i cacciatori che percorrono

le cime dei monti e affrontano pericoli nella foresta.

L’isola non ha mandrie né campi coltivati,

perché tutto nasce senza aratura e senza semina;

non ha abitanti, nutre solo capre belanti.

la terra non è cattiva e potrebbe produrre:

presso la riva del mare bianco di spuma ci sono prati

ricchi di acqua, dove potrebbero crescere molte vigne;

l’aratura sarebbe facile, ad ogni stagione potrebbero avere

un ricco raccolto: la terra è infatti assai fertile.

C’è un porto di facile ormeggio: non c’è bisogno di funi,

né di gettare l’ancora, né di agganciare la poppa della nave;

dopo l’approdo, si può aspettare tutto il tempo

di cui hanno bisogno i marinai aspettando il vento favorevole. (Libro IX)

La rupe della Capanna di Eumeo e il Roccazzu dei Corvi, dove oggi sorge la torretta Pepoli

Odisseo salì dal porto, per un sentiero pietroso;

raggiunse la zona boscosa tra le alture, là dove

Atena gli aveva detto di cercare il fedele porcaro,

che difendeva i suoi beni più di tutti gli altri servi;

lo trovò seduto in un vasto atrio; tutto intorno

aveva costruito, in un luogo elevato, un alto muro

circolare, bello e grande. (Libro XIV)